Il Vietnam potrebbe ben presto diventare il primo paese asiatico a riconoscere i matrimoni gay. Solo pochi anni fa l'omosessualità era considerata un "male sociale", al pari di fenomeni come la tossicodipendenza e la prostituzione, ma secondo Hanoi è arrivato il momento di regolamentare queste unioni.
Il governo comunista sta considerando questa possibilità per riuscire a venire incontro a tutte quelle coppie omosessuali che si rivolgono ai tribunali per risolvere problemi riguardanti soprattutto le proprietà dei beni o le eredità, e verso i quali non esiste ancora una vera e propria giurisprudenza.
"E' giunto il momento di essere realisti" ha dichiarato la settimana scorsa in diretta televisiva il ministro della Giustizia, Ha Hung Cuong. "Gli omosessuali sono centinaia di migliaia, hanno diritto a possedere dei beni. Noi, quindi, dobbiamo gestire questi problemi con l'aiuto della legge".
Ancora non è chiaro se Hanoi riconoscerà i matrimoni gay o se invece deciderà di promuovere un registro delle unioni civili omosessuali. Il provvedimento probabilmente non vedrà la luce prima del dibattito all'Assemblea Nazionale, previsto per il prossimo anno, ma già il fatto che un ministro abbia parlato pubblicamente della possibilità di regolamentare queste unioni è considerata una vittoria dalla comunità gay.
"Penso che tutti siano sorpresi" ha detto all'Associated Press Vien Tanjung, un attivista omosessuale indonesiano. "Anche se ancora non è stata varata la legge, è comunque un avvenimento storico".
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