Domenica 11 Luglio 2010 13:35
L'INCHIESTA
Odissea per cercare una casa "Non si affitta agli omosessuali"
Le
discriminazioni negli annunci: 30 rifiuti su 50 richieste.Una
proprietaria di Como: "Non posso darle la stanza, lei non rientra nei
parametri". Ma nascono anche i portali "gay friendly": ognuno può
indicare il suo orientamento
di MARCO PASQUA
ROMA
- "No gay. No animali". L'annuncio non lascia spazio a dubbi: pr
condividere l'appartamento si escludono tassativamente le persone
omosessuali. Trovare una casa in affitto può essere difficile. Per un
gay lo è ancora di più, come dimostrano le email spedite in risposta ad
alcuni annunci pubblicitari. E una serie di telefonate effettuate da
Como a Catanzaro. "Non rientra nei parametri", "l'idea non mi alletta",
"non ho mai avuto esperienze del genere" e così via. Il campionario dei
rifiuti omofobi è vasto, e viene spesso articolato con imbarazzo, oppure
con una più sfacciata fierezza. Una richiesta di spiegazione,
generalmente, termina con un "non me la sento".
Negli
annunci pubblicati sul web, sui portali che, generalmente, vengono
utilizzati dagli studenti per cercare camere o posti letto, può quindi
capitare di imbattersi nella postilla "no gay". Sul sito Kijiji, ad
esempio, l'affitto per un posto letto nella zona di Rogoredo esclude
rigorosamente alcune categorie di persone: "No fumatori, no chi russa,
no gay e solo per persona seria in grado di pagare l'affitto". Stesso
tenore un annuncio per una camera singola, in via Amendola, a Bologna.
Nell'appartamento vivono altri due lavoratori. La filosofia della casa è
così sintetizzata: "No gay. No party. No fumatori". Anche a Lissone si
affitta una stanza, in un appartamento di tre vani, solo a "persone
referenziate", e si puntualizza: "uomini etero, no gay".
Anche
chi è in cerca coinquilini, tiene spesso a precisare l'orientamento
sessuale desiderato. È il caso di un giovane in cerca di una stanza, a
Milano, da settembre: "Sono ragazzo studente, serio, ordinato. No gay,
casinisti e chi fa uso di droghe e alcol". Una email per chiedere
chiarimenti si è rivelata vana e non ha portato a nessuna risposta. Su
circa 50 email inviate per altrettanti annunci per l'affitto di
appartamenti e camere, e in cui si dichiara esplicitamente
l'orientamento sessuale, hanno risposto positivamente in venti. Si
tratta in prevalenza di agenzie immobiliari.
Più
sfaccettati i comportamenti dei proprietari o degli altri inquilini,
quando il contatto avviene via telefono. Il "no" può arrivare dopo
qualche momento di imbarazzo, oppure si cerca di prendere tempo,
rinviando la decisione. A Napoli, per una camera al Vomero, dopo un
primo contatto, in cui la proprietaria chiede qualche giorno di tempo
per parlare con l'inquilino che già vive nella casa, il rifiuto è netto:
"Gli ho parlato, ma mi ha detto che non era molto favorevole. Non se la
sente". Eppure la stanza è singola. Netto anche un ragazzo studente di
Catania. In questo caso si tratta di condividere una camera doppia.
Prima tentenna, ma poi si decide: "Per me sinceramente è un problema,
perché non ho mai avuto un'esperienza tale nella mia vita. La cosa non
mi alletta tanto". Inutile spiegargli che il condividere un
appartamento, non significa necessariamente dormire nello stesso letto.
Da
Catanzaro, invece, per una casa di tre stanze, ancora tutte da locare,
il rifiuto è così motivato: "Lasciamo perdere. Non so se riusciamo a
trovare altri". Il timore del locatore, è che altri inquilini potrebbero
eventualmente non "essere d'accordo". E se gli si fa notare che le
stanze sono singole, lui replica convinto: "Ma il bagno e la cucina sono
unici". Da Como, poi, una donna risponde che un inquilino gay viene
scartato perché non può essere definito "nei parametri". Inizialmente
dice che la "stanza è da dividere con un altro ragazzo", anche se
l'annuncio parla chiaramente di una singola. "Comunque se lei è un
omosessuale, non possiamo accontentarla. C'è un'altra persona, anche per
il rispetto nei suoi confronti". Ma non potete chiedergli un parere?
"No, so già che non sta nei parametri".
A
Roma, anche qui per una stanza, nella zona della Prenestina, dopo una
iniziale esitazione il proprietario preferisce "lasciar perdere", perché
"nell'altra stanza c'è un ragazzo e non so se la cosa può creare
problemi". Ci sono anche casi di persone che cercano di rinviare il
rifiuto, utilizzando il classico "mi lasci il numero e le farò sapere".
Da Milano rispondono: "Va bene, a patto che non inviti altri amici". Una
signora, a Roma, di fronte alla richiesta di prendere in affitto un
appartamento, per due persone, ha dapprima esitato, e poi - saputo che
solo uno dei due aveva la busta paga - ha preferito declinare
l'offerta. Una proprietaria romana ha associato l'omosessualità del
richiedente al sovraffollamento: "Vorrei sapere chi viene, perché non
vorrei trovarmi la casa occupata da troppe persone".
Naturalmente
ci sono state anche risposte positive, di chi ha dichiarato
tranquillamente che non aveva alcun problema ad affittare ad una persona
omosessuale. Quasi sempre, è avvenuto nel caso della locazione di un
appartamento. Più difficile quando si tratta di una stanza o di un posto
letto, anche quando si tratta di ambienti occupati da universitari.
Anche per evitare contrattempi, sempre più persone tendono a specificare
il loro orientamento sessuale negli annunci, oppure richiedendo un
alloggio "gay-friendly". Il portale Easy Stanza, dedicato alla ricerca
di camere e posti letto, permette già ad ogni utente di indicare il
proprio orientamento, e anche quello del coinquilino "ideale" che si sta
cercando.
(04 luglio 2010)
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