Venerdì 27 Gennaio 2012 08:42 | |
da www.arcigay.it
Giorno
della Memoria del 27 gennaio per ricordare quel 27 gennaio 1945 in cui i
cancelli di Auschwitz furono aperti dalle truppe sovietiche; Giorno
dell’orgoglio dell’essere diversi del 28 giugno per ricordare quel 28
giugno 1969 in cui per la prima volta i “diversi” reagirono per
ribellarsi alle discriminazioni e ai soprusi che dopo il primo 27
gennaio continuarono seppur con modalità meno cruente.
Per
le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali il 27 gennaio non
rappresenta la conclusione del calvario; semmai un tassello di una
memoria drammatica ancora da ricostruire con le memorie dei
sopravvissuti LGBT, con le memorie delle altre diversità represse e
discriminate, ebrei in primis ma anche zingari e geova, altri cristiani
che rifiutarono le ideologie totalitarie, persone di nazionalità
“inferiore” come gli “slavi” delle ex provincie orientali d’Italia e
tutti coloro che politicamente si opposero alle ideologie del novecento.
Oggi
chi visita l’unico campo di sterminio con forno crematorio in Italia,
la Risiera di San Sabba a Trieste, ha modo di passare in rassegna a
diverse lapidi che ricordano tante diversità discriminate. Il fondo nero
che incornicia il triangolo rosa fa da specchio per il visitatore che
si soffermi innanzi, attualizzando simbolicamente i drammi di ieri.
Non
fermiamoci però solo davanti alla lapide che più ci rappresenta: è
l’insieme dei triangoli colorati a rappresentare il dramma collettivo di
una società che rifiutò la diversità come componente essenziale
dell’umanità portando se stessa sull’orlo dell’autodistruzione.
Gli
sforzi per includere anche i triangoli rosa nelle celebrazioni
ufficiali raccontano di situazioni paradossali come quella di Verona in
cui, dopo quattro anni di rifiuti le associazioni della città furono
obbligate a far confezionare un labaro con il triangolo rosa; era il
2001 e ad essa seguirono altre battaglie in diverse città italiane
portando ormai le associazioni LGBT ad essere sempre più ufficialmente
presenti nelle ricorrenze.
Il
cammino per l’inclusione piena delle diversità nella Cittadinanza passa
anche attraverso la riflessione sulle memorie e sulla loro condivisione
con tutta la collettività. Le memorie sono il frutto della raccolta
delle fonti storiche del passato. Mentre le comunità ebraiche iniziarono
la ricostruzione del dramma della Shoah quasi subito dopo la
conclusione del secondo conflitto mondiale, le comunità LGBT hanno
dovuto aspettare che passasse la loro ulteriore apertura dei cancelli,
quella del 28 giugno 1969.
Il
tempo è tiranno, anche per coloro che raccolgono memorie; con l’inizio
del XXI secolo sono apparse in stampa diverse pubblicazioni
storiografiche che parlano di triangoli rosa e delle donne con il
triangolo nero. Diverse sono le fonti ancora non raccolte ed utilizzate
sulle quali riflettere collettivamente. Ecco una nuova frontiera verso
al quale tendere nell’ambito delle comunità LBGT ma anche coralmente con
tutti gli altri triangoli colorati che la storia ha discriminato.
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